Con questa provocatoria massima nietzschiana vorrei, se ne avete piacere, indurre a due particolari riflessioni, entrambe scaturite da stimoli letti sui social networks:
1) Umiltà non significa fingere di non appartenere ad un abisso. Non vergognatevi mai di ciò che siete: chi non riesce a cogliere nella vostra “finezza” (cit.) uno spunto di confronto o di apprendimento, chi non sa neppure ignorare le vostre doti ma si prodiga nel denigrarle, probabilmente si trova in una posizione di bassa statura morale ed alta opinione di sé. Spesso statica e non ricambiata. Lasciate che siano i castori a rosicare e voi siate fieri di qualsiasi abisso a cui apparteniate. Ricordate solo di non fissarlo troppo a lungo se non volete rischiare di perdere l’innocenza della mente, parafrasando lo stesso Nietzsche.
2) Vorrei, nel mio piccolo e nel mio modestissimo spazio, liberare il grande Filosofo dal pretestuoso stereotipo che lo lega al nazismo. Gli ultimi decenni di studi della filosofia hanno restituito al grandissimo pensatore il merito di non essere stato un paladino del Führer, bensì vittima della manipolazione delle sue opere per mano del cognato, militante della Gestapo, quando Nietzsche era ormai infermo ed incapace di reagire.
La sua teoria di Übermensch (Oltreuomo) nulla ha a che fare con un Superomismo nazionalista ed imperialista. Egli credeva nella Wille zur Macht (Volontà di Potenza) dell’Oltreuomo nel riconoscere ed accettare coraggiosamente il suo destino di Eterno Ritorno, privo di Finalismo e basato sul divenire ciclico della materia. Tutto questo ha a che vedere con una teoria immanente di nichilismo religioso ma non esistono riferimenti politici di stampo nazista. Nietzsche riconosce nell’uomo la necessità di dominare il mondo, inteso come essere umano che controlla la natura. A questo scopo è stata scientemente inventata dalla specie umana la tecnica del linguaggio: categorizzando ed astraendo concetti, l’uomo ha l’illusione di comprenderli e dominarli. Una teoria moderna ed universale che ammicca più alla psicologia che alla politica
Sara Albanese
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